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lunedì 14 marzo 2022 R.N.O. OASI SIMETO Condividi su linkedin Condividi su tweet Condividi su linkedin Condividi su facebook

Oasi del Simeto, dopo gli incendi estivi 500 mila euro per la riforestazione

I roghi del luglio scorso hanno devastato circa cento ettari nella zona protetta alle porte di Catania. A breve il bando per il recupero di dieci ettari, più avanti progetto per altri 80. Malgrado le criticità la riserva resta pienamente fruibile per i cittadini, dice il direttore Gaetano Torrisi

Oasi del Simeto. Foto © Pietro Nicosia
Oasi del Simeto. Foto © Pietro Nicosia

È ancora negli occhi e nella mente dei catanesi il devastante incendio del 30 luglio 2021 che, in un passaggio meteorologico “luciferino”, infierì in diverse zone dell’area sud di Catania. Ne venne coinvolta anche la Riserva naturale orientata “Oasi del Simeto”, ambiente umido vasto circa duemila ettari che si trova alla foce del principale fiume siciliano, luogo ideale per l’avifauna stanziale e per la sosta degli uccelli migratori lungo la rotta Africa – Nord Europa e viceversa. Quel rogo distrusse circa cento ettari di vegetazione e causò la perdita di una consistente parte della fauna e dell’avifauna presente. A sei mesi da quel terribile fatto, il ministero per la Transizione ecologica, tramite un bando, ha finanziato un progetto di cinquecentomila euro della Città metropolitana di Catania, ente gestore della riserva, che prevede la “riforestazione per rigenerazione e tutela ambientale” di circa 10 ettari in zona “B”, ricadenti in contrada “Torre Allegra” in cui si trova il centro polifunzionale della riserva, punto d’inizio dei sentieri di visita e luogo in cui si svolge l’attività di divulgazione in larga misura rivolta alle scuole. I lavori, che verranno aggiudicati tramite bando di gara, riguardano un’area attualmente a vegetazione spontanea erbacea e prevedono la messa a dimora di essenze autoctone sia arboree, sia arbustive, nonché la sistemazione di alcuni luoghi dedicati ai visitatori e la posa di nidi per la sosta e l’incremento delle specie passeriformi.

Progetto per ulteriori 80 ettari

“Sotto l’aspetto degli incendi, lo scorso anno è stato un anno eccezionale e non soltanto per l’Oasi del Simeto, ma per tutta la Sicilia – dichiara Gaetano Torrisi, direttore della Riserva Naturale Orientata “Oasi del Simeto –. È difficile riuscire a controllare da terra le fiamme che provengono e si propagano nell’area protetta da aree esterne, soprattutto in una giornata particolarmente afosa e con forte vento come quella del 30 luglio, nella quale Catania e l’intera isola erano assediate dal fuoco. In questo contesto si è data priorità con i mezzi aerei alle zone abitate”. Il progetto finanziato dal ministero non è il solo che riguarda la riforestazione dell’Oasi del Simeto. Un’altra azione, in tempi successivi, riguarderà un’area di 80 ettari ed è volta ad incrementare le specie stanziali e migratorie, favorire la vegetazione, migliorare l’habitat naturale e contenere le specie aliene. Interventi quanto mai necessari in una riserva costretta al contatto ravvicinato con l’uomo a causa dell’eccessiva antropizzazione che ne influenza la vita.

Assediata da case abusive

Se il concetto di riserva racchiude in sé il significato di ambiente naturale integro, l’Oasi del Simeto rappresenta un’anomalia poiché gli ambienti protetti si trovano a ridosso di villaggi e insediamenti nati abusivamente a pochi passi dal mare come case per le vacanze estive, in parte oggi trasformate in prime case. Le esigenze della riserva e quelle di residenti e villeggianti a volte sono inconciliabili e, alla luce dei fatti, gli incendi rappresentano soltanto uno dei problemi che affligge l’area protetta. La realtà parla di quindici villaggi e di 3.500 richieste di sanatoria edilizia. L’ente gestore, la Città metropolitana di Catania, galleggia praticamente in un limbo, sia per la riforma incompiuta delle ex province, sia per i ripetuti commissariamenti a causa della sospensione di Salvo Pogliese dalla carica di sindaco del capoluogo e, conseguentemente, di sindaco metropolitano. Una situazione difficile nella quale il personale opera al meglio con le risorse a disposizione.

Risorse limitate ma fruizione ricca

“La Città metropolitana deve fare i conti con la spending review che ha limitato le risorse anche per la sorveglianza delle riserve naturali e in questo contesto diviene difficile operare sempre con efficacia, anche se noi continuiamo a lavorare nonostante il personale ridotto in forza alla riserva e alla vigilanza – aggiunge Torrisi –. Per la prevenzione e la lotta agli incendi ospitiamo il servizio antincendio del Corpo forestale, mentre nella quotidianità collaboriamo con diverse associazioni. Negli ultimi anni la situazione all’Oasi del Simeto è nettamente migliorata e questo è sotto gli occhi di tutti: oggi possiamo contare su un centro polifunzionale sempre aperto, su una rete di sentieri percorribili a piedi e in bici, fruibile tutti i giorni dall’alba al tramonto e supportata da tabellonistica. Ma l’Oasi del Simeto deve confrontarsi con il contesto in cui si trova e che, con i quindici villaggi e con le migliaia di richieste di sanatoria ancora pendenti, è una sorta di città nella città in cui gli illeciti, nonostante vengano contrastati per quanto possibile, sono ancora frequenti”.

Costanti minacce per la biodiversità

Agli incendi e ai problemi antropici, si aggiunge una moltitudine di piccoli abusi che rappresenta una minaccia per la biodiversità: fuoristrada che scorrazzano lungo il sistema dunale, pascolo abusivo, immondizia a ridosso dell’area protetta. Molto spesso a denunciare gli abusi sono gli ambientalisti. “Le associazioni ambientaliste sono chiamate a dare un proprio fattivo contributo e, nel caso di segnalazioni di trasgressioni, ritengo che non sia sufficiente che i rappresentanti di un’associazione denuncino la presenza di fuoristrada solo sui social. Per contrastare gli eventuali illeciti – conclude il direttore della Riserva – penso sia più importante avvisare

Di Pietro Nicosia per “FocuSicilia” del 12 Marzo 2022

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